Piazza della Vittoria

Piazza della Vittoria è la rivisitazione del mito di Medea riambientato nel 1928 durante la colonizzazione italiana dell’Alto Adige. La peculiarità principale del testo è nella doppia visione dei protagonisti: i laici e i credenti. La Signora (Medea) uccide per vendetta il figlio avuto da una relazione con il Signore (Giasone) il quale è reo d’averla abbandonata per sposare la figlia di un ricco industriale dell’acciaio. Mentre per i primi non è possibile la concretizzazione della tragedia per cui il figlio della Signora (Medea) e de’ il Signore (Giasone) non può essere stato ucciso, per i secondi invece il sangue del bambino diventa vivo e le maledizioni della madre così potenti da incendiare l’appartamento ove si sta consumando il pranzo di matrimonio tra il Signore e la sua giovane sposa.

Teatro Stabile di Bolzano. Stagione 1996/97.
Regia di M. Bernardi.
Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Davide Jamunno, Mariacristina Marocco, Giovanni Sorrenti, Renato Perina, Maria Pia Zanetti, Alvise Battain, Luigi Ottoni, Elena Ursitti, Paolo Beretta, Riccardo Zini, Antonio Caldonazzi, Fabio Cocifoglia, Libero sansa vini, Mario Pachi, Maurizio Ranieri.
Scene Gisbert Jackel.
Costumi Roberto banci.
Musiche a cura di Fabio Zamboni.
Luci Andrea Travaglia.

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di Teatro Stabile di Bolzano

Mariage (en) Blanc

Versione francese de’ Il Maresciallo Butterfly.

Théâtre Mouffetard, Fondazione Toia, con la partecipazione dell’Atelier Theatre Actuel, Parigi. Stagione 2003-2004 e 2004-2005.
Regia di Pierre Santini.
Con Pierre Santini, Liana Furga, Loic Houdret, Larissa Cholomova.
Scene Raymond Sarti.
Costumi Edith Vesperini

Festival de Théâtre de Spa, Atelier Theatre Jean Vilar con la partecipazione del Centre des Arts Sceniques. Spa, Bruxelles. Stagione 2007-2008.
Regia di Pierre Santini.
Con Christian Crahay, Gabriela Aroutiunian, Tatiana Bielyszew, Lazare Gousseau, Guillaume Verstraete.
Scene e costumi Lionel Lesire.
Luci Alain Collet.

La stanza di Venere

La stanza di Venere si svolge sullo sfondo della campagna di Russia di Napoleone. Due sorelle moscovite si “contendono” l’amore di un giovane ufficiale morto nel tentativo di difendere l’avanzata napoleonica.

Teatro Il Vascello, Roma, gennaio 1993.
Regia di Marco Belocchi.
Con Bianca Pesce e Paola Casale.
Scene e costumi Myriam Achilli.
Musiche di Daniele Silvestri.
Luci di Valerio Geroldi.

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Il lettore

Teatro Argot. Stagione 2004-2005.
Regia e impianto scenico Maurizio Panici.
Con Renato Campese.
Luci Sara Pascale.

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Gassosa

Teatro Stabile di Bolzano, Vereinigte Buehnen Bozen. Stagione 2005-2006 e 2006-2007.
Abbinato all’atto unico di Franz Xaver Kroetz: “Musica a richiesta”.
Regia di Cristina Pezzoli.
Con Patrizia Milani (e con Alexandra Tichy nella versione in lingua tedesca eseguita unicamente a Bolzano novembre/dicembre 2005).
Scene e costumi Giacomo Andrico.
Suono Hubert Westkemper.
Luci Cesare Accetta.

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di Teatro Stabile di Bolzano

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Lucifero

Lucifero è la vicenda infernale di un soldato polacco che avendo collaborato con i nazisti sfoga la sua rabbia e le sue frustrazioni su una donna che cercava soltanto di dargli il suo amore.

Passo a due. Roma, settembre 1988.
Regia di Ennio Coltorti.
Con Tiziana Bagatella, Franco Castellano.
Scene di Maria Alessandra Giuri.
Musiche di Richard Berkeley.
Luci di Ghigo Micheli.

I topi di Glorenza

I topi di Glorenza racconta di un famoso processo svoltosi nel 1500 a Glorenza, un paesino del Tirolo, dove un tribunale popolare decise della sorte di migliaia di topi che avevano invaso quelle contrade. All’epoca infatti, secondo la legge asburgica, era proibito far del male agli animali se non dopo un regolare processo. Il verdetto fu di costruire un ponte che permettesse ai topi di oltrepassare incolumi il fiume Adige e di dar loro un campo sufficientemente grande perché si potessero sfamare.

Musical per bambini. Novembre 1987.
Regia di Richard Berkeley.
Con gli allievi delle scuole medie di Frosinone.

Der Grosse Mausprozess von Glurns

Versione in tedesco de’ I topi di Glorenza.

Marzo 1991. Opera lirica. Theater Initiative.
Traduzione e adattamento di Konrad Rabensteiner da “I topi di Glorenza”.
Musica di Heinrich Unterhofer.
Regia e coreografia di Ulli Naumann.
Con Ida Pamer, Stefan Salvenmoser, Trude Ramoser, Eddith Haller, Hans Winkler, Georg Zingerle, Kuno Seyer, Renate Gasser, Gabi Seir, Tanya Noessing, Margit Berger, Silke Raffeiner, Martina Bortolotti, Angelica Pircher, Birgit Winkler, Gudrum Mitterer, il “Kinderchor Leonhard Lechner”, il “Kinder und Erwachsenen-ballet” e il “Lehrerchor Bozen.”
Maestra del coro Ida Pamer
Scene Elli Planer.
Costumi Reinhilde Condin.
Luci Vittorio Garavelli.

Cinema Impero

Cinema Impero si svolge in una ex colonia italiana del Nord Africa, molti anni dopo la seconda guerra mondiale, interamente all’interno del “Cinema Impero”. La situazione è drammatica, una insurrezione locale costringe le due sorelle Clara ed Anna (figlie di un ex colono fascista) a rifugiarsi nel cinema da loro gestito. Clara è seriamente ferita agli occhi, non ci vede più. Tra lei e la sorella è giunto il momento della confessioni. Clara è stata a lungo l’amante del marito di Anna, un ufficiale dell’esercito, addetto alla tortura dei locali accusati di antifascismo e misteriosamente assassinato alla fine della guerra. Anna ammette di essere stata lei ad ucciderlo. Le due sorelle, finalmente l’un l’altra sincere, sembrano trovare in quel momento un accordo mai prima raggiunto, ma è tardi: Clara muore e l’insurrezione ormai “bussa” minacciosa anche alle porte di quel vecchio cinema.

Teatro Argot. Stagione 2003-2004.
Regia Maurizio Panici.
Con Mascia Musi e Maria Paiato.
Scene Tiziano Fario.
Costumi Sandra Cardini.
Musiche Paolo Vivaldi.
Luci Giuseppe Ardizzone.

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Cavaliere di ventura

Cavaliere di ventura è la storia del condottiero Fortebraccio che stufo della guerra e del suo “ruolo” che gli impone d’essere sempre e comunque un freddo decisionista, decide d’intraprendere un viaggio “mistico” per conoscere il principe del dubbio: Amleto. Nel suo tragitto conoscerà figure emblematiche come la Fontana della vita, la morte e il diavolo (del tutto simili a un’acquaforte di Dùrer), ma quando arriverà al castello di Amleto, la prematura morte del principe, gli imporrà di tornare ad essere ciò che era. Per salvare il regno dovrà infatti rientrare nel suo “ineluttabile ruolo” di condottiero.

Compagnia Teatro Moderno. Istituto del Dramma Popolare. Festival di San Miniato 1999.
Regia Beppe Menegatti.
Con Carla Fracci, Virginio Gazzolo, Angela Cardile, Maximilian Nisi, Riccardo Massimi, Gianluca Farnese, Paolo Roscioli, Massimo Di Michele, Cesare Lanzoni.
Scene Luigi del Fante.
Costumi Elena Puliti.
Luci Andrea Travaglia.

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